Skye Mc Alpine e il potere della bellezza
A Milano, il 19 febbraio, l'ultimo appuntamento del 2024 con gli "Incontri al Museo Poldi Pezzoli"
Care Clubbers,
grazie come sempre per l’affetto con cui avete accolto anche il terzo appuntamento di Incontri al museo, quello con Davide Oldani di giovedì scorso, 8 febbraio. Con molte di voi ci siamo incontrate nell’Orangerie del Poldi Pezzoli di Milano per ascoltare lo chef dialogare sui temi del design e della sostenibilità umana, a lui molto cari. Altre Clubber attendono invece il prossimo (e ultimo) appuntamento per partecipare: lunedì 19 febbraio, sempre alle 18 in via Manzoni 12, stavolta con la bravissima food writer inglese, ormai adottata da Venezia, Skye McAlpine. Presenteremo il suo ultimo libro, A table full of love (Bloomsbury): un inno alla convivialità, alla gioia e alla bellezza della tavola, fulcro della vita di Skye e della sua famiglia, ma anche simbolo della sua rinascita professionale e personale. Con Skye affronteremo le differenze tra la cultura inglese e quella italiana, anzi veneziana, nell’arte del ricevere. Ci perderemo nella sua capacità vivida di raccontare e far immaginare le cose belle. Insomma, ragioneremo, chiacchiereremo e ci divertiremo, come sempre.
Alla fine dell’incontro abbiamo organizzato una visita guidata esclusiva della mostra Oro Bianco. Tre secoli di porcellane Ginori, che per altro finisce quel giorno: quindi, se non l’avete ancora vista, venite! A seguire ci sarà il momento della degustazione, con i piatti a cura del ristorante stellato “Famiglia Rana” che per omaggiare Skye Mc Alpine ha pensato a un menu tutto incentrato sulla cucina della Laguna. Bubbles di Bellavista Wine. Fiori di Coral shop flower. Un grazie come sempre ad Alessandra Quarto che dirige questo meraviglioso Museo.
Vi aspetto lunedì 19 febbraio alle 18, chi vuole prenotarsi lo scriva qui, non ci sono tanti posti!
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Perché il ritorno in cucina di Juliette Binoche
è un inno al femminismo
Il 10 marzo, alla serata degli Oscar, scopriremo se il film del regista Trần Anh Hùng “La passione di Didion Buffant” riuscirà a strappare una statuetta. E a segnare un punto per le donne.
Juliette Binoche non ha dubbi: “La relazione tra Dodin e Eugénie mi pare assai moderna, lei è felice di dare corpo e vita alle ricette che Dodin immagina. È la sua affermazione di autonomia e indipendenza, tratto fondamentale in amore. La sua idea di libertà sta tutta in questo dialogo, lui le chiede "In tutti questi anni sei stata una cuoca o una moglie?" ed Eugénie risponde fiera "Una cuoca". E aggiunge: “Eugénie tiene alla sua libertà e individualità. In tempi patriarcali, l’anno è il 1855, sceglie di mantenere il nome da ragazza".
La protagonista di Chocolate torna in cucina con un film che vuole essere (anche) un inno al femminismo. E alla voglia di cucinare senza aver paura di perdere terremo sul tema della libertà individuale. Binoche è protagonista felice, dunque, di un altro cult movie dove il cibo racconta la vita. Adattato dall'opera del 1924 "La vie et la passion de Dodin-Bouffant, Gourmet" del romanziere e scrittore di gastronomia Marcel Rouff, il film narra una storia d'amore ambientata alla fine del XIX secolo, dove a fare da sfondo c'è la grande cucina di un palazzo nobiliare. Dodin Bouffant è un gourmet geniale, grande conoscitore della tradizione della cucina francese e instancabile sperimentatore. Gli da vita sullo schermo Benoît Magimel. Ad accompagnarlo nella realizzazione delle sue delizie, da vent'anni c’è la sua cuoca, Eugénie, interpretata da Juliette Binoche. I due lavorano fianco a fianco in cucina, con un legame basato sulla reciproca fiducia che ben presto si trasforma in una storia d'amore. Binoche e Magimel, che si ricongiungono come coppia sullo schermo vent'anni dopo la loro separazione nella vita reale, fanno decollare il tema della passione comunicando i propri sentimenti attraverso la preparazione dei piatti.
Ambientato nella campagna della Francia meridionale alla fine del XIX secolo, il film racconta la lunga storia d'amore fra Dodin Bouffant, definito "il Napoleone della gastronomia", e la cuoca Eugénie. Che rifiuta di sposare Dodin per mantenere intatta la sottile linea che divide la sfera personale da quella professionale. Lui però non demorde: per ottenere la mano di Eugénie, si muove nell'ambito che li accomuna: la cucina. Nel preparare le pietanze cerca di conquistarla. Per la componente culinaria, il regista si è avvalso della consulenza dello chef tristellato Pierre Gagnaire. Le ricette spaziano dalla complessità estrema alla semplicità più casalinga: arrosti, bolliti, consommé, dolci e omelette. Un sonoro dall'effetto ASMR offre quasi la sensazione di sentire l'odore dei piatti, una caratteristica del regista Trần Anh Hùng, che ha a cuore una narrazione ultra-sensoriale attraverso ingredienti e cotture sin dal suo esordio internazionale con Il profumo della papaya verde del 1993, ma anche con Solstizio d'estate del 2000.
Un film, questo, che ha già fatto scalpore tanto che all’ultimo Festival di Cannes il gadget da rubare era un librettino di ricette firmate dal gourmet di fantasia Dodin e dalla sua inventiva cuoca Eugenie: ostriche e uova mimosa, pollo con tartufo, omelette con uova di carpa. Ma nel corso della storia incontrerete cespi di lattuga, carré di carne, pesci, frutti di mare e dolci raffinatissimi, come quell’elaborata meringa che, pur flambé, conserva intatto il cuore di gelato perché il bianco dell’uovo è un isolante naturale. Il prologo son venti minuti di haute cuisine, silenzi e gesti precisi, soufflé impeccabili, vol-au-vent come pizzi, mani che sfilettano, sventrano, frullano, lavano, tritano. Non ci resta che attendere il 10 marzo e capire se la cucina e le passioni porteranno (anche) alla vittoria. (a.f.)